FAJO Bilingual Series
Mia Vilardo and Riccardo Polidoro are the dynamic duo behind Miryaki, a brand that was created in Italy’s fashion capital, Milan.
Two individuals, two different styles, two different personalities, from two different cities, north and south. Yet, their creativity seamlessly blends to make one unique and harmonious collection, season after season.
Defining their look as Haute Street Wear, the designers draw ideas from everyday silhouettes, marrying them with high-end fabrics and detailing that make it wearable ultra-chic fashion. With their intelligent business approach and bold creativity, this duo is taking their brand and reaching for the stars, but their feet are firmly planted in their Italian roots. A true definition of Made In Italy.
Duo dinamico: Mia Vilardo e Riccardo Polidoro sono i nomi dietro Miryaki, un marchio che ha preso forma nel 2009 nella capitale della moda Italiana; Milano. Due individui, con due stili diversi, due personalità diverse, provenienti da due diverse città, nord e sud … letteralmente; ma collettivamente la loro creatività si fonde perfettamente per rendere una collezione unica e armoniosa, stagione dopo stagione.
Definire il loro aspetto come Haute Street Wear, prendendo silhouette quotidiane insieme a tessuti hi-end e dettagli unici, rendendola moda quotidiana, moda ultra chic. Con il loro approccio di business intelligente e creatività audace, questo duo sta portando il proprio marchio alle stelle. Con i piedi sempre ben piantati nelle loro radici italiane, sono una vera definizione del Made In Italia.
1. How did you meet and how did this collaboration come about?
MIA: We met during our university years through mutual friends and hit if off right away. Eventually, we started talking about the idea of starting our own label. We soon realized that we made a good team both personally and professionally, despite our differing personalities.
At the time, we were both working on other projects. Riccardo was one of the primary accessory designers for Dolce & Gabbana and I was working at Marc Jacobs in New York. Once I moved back to Italy, we decided to focus on the creation of Miryaki.
Funnily enough, we actually made our first collection on a bet to see how it would go. When we entered that collection in a contest and won one of the top prizes, we knew that we were on the right track. It was the push we needed. We are now on our sixth season and thankfully we are growing, but we are always cautiously optimistic.
1. Come vi siete conosciuti e com’e’ nata questa collaborazione?
MIA: Durante gli anni dell’universita’ e tramite amici in comune, abbiamo iniziato a frequentarci, e poi pian piano abbiamo iniziate a parlare con l’idea di fare qualcosa insieme. Ci siamo trovati sempre bene a lavorare e collaborare insieme e essendo due persone molto diverse abbiamo trovato subito una complementarità dal punto visto professionale.
E quindi da li ci sono poi state varie esperienze lavorative. Riccardo ha lavorato da Dolce & Gabbana e disegnava praticamente tutti gli accessori primari e commerciali. Ed io dopo la mia esperienza lavorativa a NYC con Marc Jacobs sono tornata in Italia e da li abbiamo iniziato a puntare sul nostro progetto insieme.
Abbiamo fatto le primi collezioni forse un po’ come una scommessa e ci siamo detti “vediamo come va”. E poi abbiamo vinto uno dei premi d’un concorso e quella e’ stata la spinta. Adesso siamo alla quinta..sesta stagione (ridendo, perche’ non si ricordano piu’).. e questo nostro brand sta prendendo piede lentamente ma con molto attenzione.
2. I read that Mia is the mind and Riccardo is the soul of your brand. How do you combine forces when creating your collections?
MIA: Basically, it happens like this: we need to be in the right frame of mind when researching and when we do, the results are always excellent. We’re actually quite lucky, considering our different styles, because we usually find ourselves with similar inspirations on the concept, themes, etc.
RICCARDO: Let’s say we start separately … we each do our research when inspiration hits. Even before we start our research, we have already decided on a theme, so from our research we present each other with our ideas and inspiration on how to expand on that theme.
MIA: Seeing that we travel on very different wavelengths; Riccardo is very dramatic and excessive, in a good way, of course, he loves to push the envelope because he believes in visual impact but I, on the other hand, am the realistic one and it’s up to me to bring him back, because along with wanting our pieces to be beautiful on an aesthetic level, they also have to sell. I must say that even though we have always created within those limits, we always manage to create exactly what we want.
2. Ho letto che Mia e’ la mente e Riccardo e’ l’anima del vostro brand. Come mettete insieme queste due forze per iniziare la creazione della collezione?
MIA: Fondamentalmente si svolge piu’ o meno così.. Tutta la fase di ricerca e’ una fase in cui corpo e anima devono necessariamente essere sullo stesso piano. In questo siamo abbastanza fortunati perche’ nonostante la diversità caratteriali e professionali fondamentalmente quando ci ritroviamo a fare ricerca spesso e volentieri la facciamo in simbiosi, sia su i temi, colori ecc.
RICCARDO: Diciamo che la cominciamo separatamente … nel senso quando ci viene voglia. Poi da li, si fa praticamente un quadro generale….. ma gia’ dall’inizio sappiamo quale tema/concetto vogliamo tirare fuori.
MIA: Siccome viaggiamo su pianeti molto diverse dal punto di vista che Riccardo ama esagerare, ma nel senso positivo… ama portare le cose all’esasperazione perche’ crede molto che l’immagine deve avere molto impatto. Io invece, dato che si tratta del nostro marchio che dobbiamo vendere, provo a ridimensionare perche’ il prodotto deve essere appetibile a livello estetico ma anche a livello di vendita. Devo dire che ci siamo sempre trattenuti, ma comunque riusciamo sempre a trovare l’elemento giusto che da un risultato veramente bello con “poco”.
3. How do you start creating your collections? Do you choose your fabrics purely based on your ideas or do you follow the trends and decide from there?
RICCARDO: Both really, because we buy the fabrics we want based on our theme, regardless of the trends, but we also take the trends into consideration. We then dye the fabrics and create the prints that we want, which we do ourselves. Often, we choose textiles and prints that many other designers don’t take into consideration, because they associate them with other areas of the design industry. In doing so, we create something new and unique.
MIA: Basically, we reinterpret these fabrics and turn them into clothing. We did it for the spring/summer 2014 collection, by using netting that is primarily used for accessories; Riccardo had the fabric manipulated, recreated and designed directly into the clothing.
3. Quando state per iniziare una collezione, scegliete i tessuti in base a quello che avete gia’ in mente o seguite le tendenze di quella stagione?
RICCARDO: E’ mixato, ma abbiamo già’ la nostra giacenza definita perche’ abbiamo gia’ ordinato I tessuti e poi li facciamo tingere nei colore che vogliamo e poi disegniamo le stampe che facciamo noi. Sai, succede tante volte che ci sono dei tessuti, materiali o delle stampe che tante stilisti non prendono in considerazione perche’ li collegano ad altri tipi di bi-settore, quindi già li, messi su un capo, cambiano e diventano una cosa nuova.
MIA: …Cioe’ il materiale e reinterpretato e utilizzato per l’abbigliamento. L’abbiamo fatto nel S/S 2014 per esempio una rete che di solito e’ utilizzata per l’accessorio, mentre Riccardo l’ha reinterpretata proprio per l’abbigliamento.
4. So Riccardo, basically you incorporate the accessory right into the garment?
MIA: He can’t help himself!
4. Quindi Riccardo, metti proprio l’accessorio nell’abito?
MIA: Non ne puo’ fare a meno!
5. How was the name of your brand created?
RICCARDO: It’s a combination and play of our names: Mia and Ricky Riccardo, Mia-Ricky = Miryaki. It sounds a little Asian, right? In fact, many have told us this over the years, but it’s simply a mix of our names.
We also decided this past year to rebrand and change the font of our logo to make it look a little more modern.
5. Il nome Miryaki, da dove e’ nato?
RICCARDO: E’ un’anagramma legorico dei nostri nomi : Mia e Ricky Riccardo, Mia-Ricky = Miryaki…. E un po asiatico?…. Si, infatti molti ce lo dicono, ma e’ semplicemente un mix dei nostri nomi. Infatti, per stemperare questo mito un po’ troppo asiatico, quest’anno abbiamo rifatto tutta l’immagine coordinata, cambiato il font del nome per renderlo piu’ occidentale.
Miryaki, fall/winter 2014-2015
6. Who are your style icons?
RICCARDO: McQueen! But I mean McQueen, in the time of Alexander McQueen. Then, I would have to say vintage Céline and Chloé and Valentino, especially since the new designers have taken over.
On the historical level though, I must say Dior Couture, because for me Dior Couture encapsulates the history of fashion.
MIA: As for me, I not only have my favourites on the creative level but also at the business level. Established brands, such as Chanel, which has become an empire, also has great history. Stylistically, I have to agree with Riccardo, vintage Céline and Chloé have become some of my favourite landmark designers. Oh, and let’s not forget Marni, they’re up there too.
6. Quali sono le vostre icone di stile?
RICCARDO: McQueen da morire! Ma McQueen, nel tempo di McQueen. Poi Celine e Chloé vecchio e ultimamente Valentino, ma Valentino fatto dei nuovi stilisti. A livello storico, devo dire Dior Couture, che per me, Dior Couture trovi tutta la storia della moda.
MIA: Io, piu’ che altro guardo a 360 gradi, non solo al livello stilistico, ma anche a livello aziendale, quelli che adesso sono marchi storici, come Chanel, che adesso hanno una storia importante. A livello stilistico, sono d’accordo con Riccardo, che Celine e Chloé sono diventati un punto di riferimento…e poi devo puntare anche su Marni.
7. What’s next for Miryaki?
MIA: We want to make 31! We hope to get there this!
7. Cosa vedi nel futuro di Miryaki?
MIA: Ci manca quel 31! …e speriamo questa stagione di farcela!
8. What does it mean to make 31?
RICCARDO: It’s an Italian expression … making 30 is like saying, you’ve made it, you’ve graduated and when they say you made 31 it means you’ve graduated with honours, and you’ve outdone yourself!
8. Cosa vuol dire fare il 31?
RICCARDO: Da noi e’ un’espressione …quando dici hai fatto 30 vuol dire che hai fatto il massimo, e quando dici fai il 31 vuol dire, essere andato oltre.
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